Orizzonte 2030

Sostenere la ricerca in campo nutraceutico.

 

IL NOSTRO IMPEGNO

 

Dalla ricerca alla divulgazione scientifica

Un sostegno lungo 10 anni, la nostra formula per la ricerca. Sosteniamo la ricerca scientifica sui benefici dell’olio extravergine d’oliva per il metabolismo, con l’obiettivo di condividere e promuovere, attraverso la conoscenza e la divulgazione, una cultura nutrizionale consapevole, sostenibile e basata sulla qualità.

Entro il 2030 puntiamo a diventare l’azienda olearia di riferimento per il supporto alla ricerca scientifica e all’educazione alimentare.

Siamo orgogliosi di condurre questa nostra missione in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi, con la quale intendiamo finanziare 10 borse di ricerca entro il 2030, così da supportare attivamente la ricerca scientifica dei giovani ricercatori in campo nutraceutico.
L’attività e i risultati del lavoro di ricerca sostenuto verranno comunicati anche ai consumatori, così da permettere loro di conoscere i potenziali benefici e le proprietà nutrizionali dell’olio extravergine d’oliva.

 

Al fianco dei ricercatori

Un quarto della popolazione italiana supera i 65 anni e migliorare la qualità della vita delle persone anziane è diventato un obiettivo molto sentito. Ecco perché dal 2021 insieme a Fondazione Umberto Veronesi abbiamo avviato il nostro sostegno alla ricerca scientifica lavorando per scoprire se e come le componenti dell’olio extravergine di oliva possono rallentare il naturale invecchiamento cognitivo.

 

BORSA DI RICERCA 2023

“Consumo di olio di oliva e rischio di tumore al seno”

Nel 2023 abbiamo confermato il nostro impegno a sostegno della ricerca scientifica della Dott.ssa Emilia Ruggiero, che presso L’Istituto Neuromed di Pozzilli, visti i risultati incoraggianti emersi dalla ricerca del 2022, ha approfondito ulteriormente il rapporto tra il consumo di olio extravergine e il rischio di tumori, focalizzandosi sui tumori al seno.

Dott.ssa Emilia Ruggiero FUV

Quest’ultimo è tra i più diffusi al mondo ed è la prima causa di morte per cancro nella donna. Una sana alimentazione è tra i fattori modificabili che possono ridurre il rischio di questa patologia. In particolare, gli studi scientifici ravvisano nella Dieta Mediterranea un valido alleato nella prevenzione primaria del tumore al seno, ma poco si sa sul ruolo dei suoi componenti principali. La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un’ampia quota di grassi che rappresentano fino al 40% delle calorie giornaliere. Si tratta però di grassi prevalentemente insaturi, e che derivano principalmente dal consumo abbondante di olio di oliva.

L’obiettivo del progetto è quindi quello di esplorare il ruolo dell’olio di oliva nella prevenzione primaria del tumore al seno e nell’ambito di un’alimentazione di tipo mediterraneo. Lo studio utilizza il database del Progetto Moli-sani, oltre 22.000 persone uomini e donne con una media di età di 55 anni, per le quali sono state raccolte dettagliate informazioni alimentari per oltre 12 anni.

 

 

BORSA DI RICERCA 2022

“Consumo di olio di oliva e longevità nella coorte Moli-sani”

Nel 2022 abbiamo confermato il nostro impegno a sostegno della ricerca scientifica e la collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi, “adottando” la ricerca della Dott.ssa Emilia Ruggiero, dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli, che per un anno ha studiato il rapporto tra longevità e consumo di olio extravergine in un’ampia coorte di popolazione italiana.

Il gruppo studiato comprendeva 22.892 persone, di cui 11.976 donne e 10.916 uomini con un’età media di 55,4 anni al momento dell’inclusione nello studio, che in media consumavano 23,3 grammi di olio d’oliva al giorno. Coloro che consumavano più olio d’oliva riportavano meno problemi di salute cronici, consumavano più frutta, verdura, legumi e pesce, e bevevano meno alcol.

L’obiettivo era quello di capire se un consumo regolare di olio di oliva possa di fatto ridurre il rischio di morte prematura, aumentando quindi la longevità dei partecipanti.  I risultati delle indagini sono davvero incoraggianti, specialmente per quanto riguarda la mortalità per tumore: per la prima volta a livello epidemiologico, sono stati anche analizzati i meccanismi fisio-patologici che potrebbero spiegare la relazione tra olio di oliva e salute. 

Numerosi studi, soprattutto di stampo sperimentale, hanno messo in evidenza le proprietà benefiche dell’olio evo, ma è necessario aggiungere un ulteriore tassello e verificare nella popolazione reale se e in che misura il consumo regolare possa rappresentare un valido alleato per la longevità. Lo faremo analizzando un’ampia popolazione italiana del Sud Italia, le cui abitudini alimentari sono di chiara ispirazione mediterranea. La sfida è proprio questa: capire quanto l’olio extravergine di oliva possa ulteriormente portare dei vantaggi a fronte di uno stile di vita mediterraneo che già sappiamo essere associato a un ridotto rischio di malattie e a una maggiore sopravvivenza” (Dott.ssa Emilia Ruggiero).

Durante un periodo di oltre 12 anni di follow-up, si sono verificati 2.566 decessi, di cui 939 per cancro, 910 per malattie cardiache e 723 per altre cause. Consumare tre o più cucchiai di olio d’oliva al giorno è stato associato a una minore probabilità di morte per qualsiasi causa. L’analisi dei biomarcatori ha mostrato che un consumo più elevato di olio d’oliva ha ridotto rispettivamente del 21,2% e del 13,7% il rischio di mortalità per tutte le cause e per il cancro, rispetto a consumi più contenuti (inferiore o uguale ad un cucchiaio e mezzo).

“Questi risultati”, ha commentato Marialaura Bonaccio, Co-Principal Investigator della Piattaforma congiunta “confermano il beneficio del consumo regolare di olio d’oliva per la salute cardiovascolare che è associato alla riduzione di un quarto dei decessi dovuti a patologie cardiovascolari. Ma il dato più interessante è che, rispetto a un consumo inferiore a un cucchiaio e mezzo, il consumo quotidiano di olio di oliva in quantità uguali o superiori a 3 cucchiai da tavola è associato ad una riduzione del rischio di mortalità per tumore”.

Saranno senz’altro necessari altri studi ma, conclude Maria Benedetta Donati, Principal Investigator della Piattaforma congiunta: “Questi dati suggeriscono ipotesi molto interessanti. Infatti, la riduzione di mortalità per tumore appare spiegata, seppure parzialmente, da un miglioramento del profilo di alcuni fattori di rischio tipicamente legati alle patologie cardiovascolari. È un’ipotesi che affascina molti ricercatori: malattie croniche diverse come ad esempio tumori e infarto del cuore potrebbero condividere gli stessi fattori di rischio e gli stessi meccanismi molecolari. In altri termini, esisterebbe un ‘terreno comune’, o ‘common soil’ nella formulazione inglese, da cui si originano queste patologie”.

 

BORSA DI RICERCA 2021

“Idrossitirosolo: il fenolo dell’olio d’oliva contro l’invecchiamento cognitivo”

Nel 2021 abbiamo “adottato” il Dott. Giorgio D’Andrea, ricercatore dell’Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), che ha condotto lo studio con l’obiettivo di indagare sugli effetti benefici che l’idrossitirosolo, una delle componenti dell’olio extravergine, può avere sul cervello e sull’invecchiamento cognitivo degli anziani.

I risultati hanno mostrato che nella popolazione trattata con idrossitirosolo c’è un aumento di produzione di nuovi neuroni in una regione del cervello, l’ippocampo. Non solo: l’analisi dei profili genici ha mostrato un profilo compatibile con riduzione di infiammazione e di stress ossidativo. È stato inoltre osservato un altro interessante fenomeno, in test comportamentali: meno ansia e meno stress nei soggetti trattati rispetto ai controlli. Ciò potrebbe essere correlato alla maggior produzione di neuroni nell’ippocampo ma anche alla composizione del microbiota, l’insieme di microrganismi che colonizzano l’intestino, sempre più studiato per le sue correlazioni con la salute neurologica. Dalle analisi, infatti, si conferma che la somministrazione di idrossitirosolo protegge il microbiota da cambiamenti negativi causati da stress. 

Non è stata al momento confermata una delle ipotesti di partenza, ovvero che in poco tempo la somministrazione di idrossitirosolo possa provocare cambiamenti sostanziali sul declino cognitivo e sull’apprendimento; tuttavia, questo studio fornisce comunque risultati molto interessanti: fornisce una conferma sul ruolo antiossidante e antinfiammatorio di una delle molecole caratteristiche dell’olio extravergine di oliva, che può avere effetti protettivi e migliorativi sulla genesi dei neuroni in soggetti anziani.

Monini ricercatore FUV

Gli antichi greci erano ben consapevoli delle molteplici proprietà benefiche dell’olio di oliva. Oggi il nostro compito è dimostrare queste ipotesi, studiando i meccanismi coinvolti, per poter confermare con maggiore certezza che non solo la dieta mediterranea, nel suo complesso, è protettiva contro le malattie legate all’invecchiamento, ma in particolare l’olio extravergine di oliva di per sé può svolgere un’azione attiva di tipo preventivo e «nutraceutico». Abbiamo già dimostrato che l’ingestione di idrossitirosolo stimola la produzione di nuovi neuroni a partire da cellule staminali. Ora potrebbe essere interessante capire come si comportano questi nuovi neuroni, se aumentano effettivamente anche le capacità di apprendimento e di memoria.» (dott. Giorgio D’Andrea)

Oggi

Oggi

3 borse di ricerca

sostenute nel 2021, 2022 e in corso nel 2023/2024 con Fondazione Umberto Veronesi.

DOMANI

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10 borse di ricerca

in campo nutraceutico da sostenere

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